Vitamina D e malattie psichiatriche

Alessandro Cuomo, Andrea Fagiolini

Divisione di Psichiatria, Dipartimento di Medicina Molecolare, Università di Siena

DOI 10.30455/2611-2876-2019-01

La vitamina D è nota non solo per il suo ruolo essenziale nell’omeostasi del calcio e nella salute del sistema scheletrico ma anche per il mantenimento di una mente sana. 

Molte delle recenti ricerche hanno infatti dimostrato una correlazione tra la malattia psichiatrica e il deficit di vitamina D. 

In aggiunta alle altre sue funzioni, la vitamina D agisce infatti come un potente ormone neurosteroideo, fondamentale per lo sviluppo e la normale funzione cerebrale, ed è nota per proprietà antiinfiammatorie capaci di influenzare vari aspetti della salute umana. 

Il recettore della vitamina D, che ne media molte delle azioni biologiche, è stato riscontrato in tutto l’organismo, incluso il sistema nervoso centrale. 

Il deficit di vitamina D è comune nei pazienti con gravi malattie mentali come la depressione, la schizofrenia e i disturbi neurocognitivi. 

Diversi fattori di rischio, come quello genetico, ambientale, la stagione di nascita, la latitudine e la migrazione, sono stati associati alla carenza di vitamina D e possono spiegare almeno una parte delle associazioni tra ipovitaminosi D e malattia mentale. 

Il rapporto di causalità è probabilmente bi-direzionale: la malattia mentale aumenta il rischio di ipovitaminosi D e l’ipovitaminosi D aumenta il rischio di malattia mentale. 

Il meccanismo biologico che sottende la relazione tra ipovitaminosi D e malattia mentale è molto probabilmente correlato all’azione della vitamina D sulla regolazione dei processi infiammatori e immunologici, che a loro volta possono agire da mediatori o modulatori dello sviluppo di sintomi clinici e/o della risposta ai trattamenti. 

La nostra revisione ha trovato prove sostanziali di una relazione significativa tra le malattie mentali e la carenza di vitamina D, ma ha anche evidenziato la necessità di ulteriori studi per esplorare meglio la direzione della causalità nell’associazione tra la carenza di vitamina D, e le specifiche variabili coinvolte, al fine di determinare le migliori strategie di prevenzione e trattamento per ipovitaminosi D in pazienti con malattie mentali come depressione, psicosi e disturbi neurocognitivi.

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