L’impiego della vitamina D nella malattia renale cronica

Simona Barbuto 1, Sandro Giannini 2, Giuseppe Cianciolo 1

1 UO Nefrologia, Dialisi e Trapianto, IRCCS - Azienda Ospedaliero Universitaria di Bologna, Alma Mater Studiorum Università di Bologna; 2 Clinica Medica, Dipartimento di Medicina, Università di Padova

DOI 10.30455/2611-2876-2023-4

Il termine “vitamina D” indica un gruppo di composti steroidei, liposolubili, fondamentali per la regolazione del metabolismo del calcio e del fosforo, mediato principalmente attraverso l’assorbimento intestinale.

Le due isoforme più importanti, indicate cumulativamente come “vitamine D native”, sono: l’ergocalciferolo (vitamina D2) e il colecalciferolo (vitamina D3). L’ergocalciferolo viene introdotto attraverso la dieta ed è sintetizzato solo dalle piante e dai funghi, il colecalciferolo, invece, è una molecola di sintesi sia esogena che endogena e deriva dalla fotolisi del 7-deidrocolesterolo, mediata dalle radiazioni UVB che colpiscono la pelle. 

 

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