La vitamina D e le infezioni ricorrenti: rischio nell’ipovitaminosi ed effetti del trattamento

Diego Peroni

Professore di Pediatria, Università di Pisa; Direttore UO di Pediatria, AOUP

DOI 10.30455/2611-2876-2018-02

La vitamina D (VD) ha un ruolo sempre più chiaro nella regolazione di processi dell’organismo che riguardano organi non solo coinvolti nell’omeostasi del calcio, come osso, intestino e rene. Infatti il recettore della VD (VDR), il recettore a livello del nucleo della vitamina che media molte, se non tutte, le funzioni del suo ligando preferenziale, 1-25diidrossivitamina D [1,25(OH)2D] o calcitriolo, è presente in molti tessuti del corpo. E molti di questi tessuti contengono l’enzima, CYP27B1, che converte il maggior metabolita circolante della VD, 25-idrossivitamina D (25OHD) o calcidiolo, nella forma attiva 1,25(OH)2D. La VD è in grado di influenzare la suscettibilità e la severità delle infezioni attraverso meccanismi multipli che coinvolgono sia il sistema immunitario di tipo innato che adattativo 1. Come agente pleiotropico la VD è in grado di attivare i linfociti T di memoria (Tregs), di modulare l’azione dei Toll-like receptors (TLR) presenti sulle cellule dendritiche, di regolare la produzione di citochine (diminuzione delle citochine infiammatorie, aumento della IL-10), attivare fattori dell’immunità innata come catelicidine e difensine.

Scarica il PDF