Impatto della Nota 96 dell’Agenzia Italiana del Farmaco sull’uso della vitamina D in Italia

Luca Degli Esposti 1, Margherita Andretta 2

1 CliCon S.r.l. Società Benefit, Bologna; 2 UOC Assistenza Farmaceutica Territoriale, Azienda ULSS 8 Berica, Vicenza

DOI 10.30455/2611-2876-2022-2

La vitamina D (VitD) svolge un ruolo fondamentale nel mantenere i livelli sierici di calcio all’interno del range fisiologico necessario per la salute muscolo-scheletrica e per il metabolismo osseo. 

La VitD garantisce una corretta mineralizzazione dell’osso e un suo deficit rappresenta un fattore di rischio per la fragilità scheletrica negli anziani e per le fratture osteoporotiche. 

Inoltre, studi scientifici hanno mostrato come l’integrazione di VitD prevenga la perdita ossea sistemica a seguito di una frattura e riduca il rischio di fratture multiple. 

Le linee guida nazionali e internazionali sulla gestione dell’osteoporosi raccomandano un adeguato apporto di calcio e VitD in aggiunta alle terapie anti-osteoporotiche. 

La Nota AIFA 79, nel definire la rimborsabilità dei farmaci per la prevenzione primaria e secondaria del rischio di fratture osteoporotiche, riporta che, prima di avviare la terapia con tali farmaci, è raccomandato un adeguato apporto di calcio e VitD, ricorrendo, ove dieta ed esposizione solari siano inadeguati, a supplementi con sali di calcio e vitamina D3 (e non ai suoi metaboliti idrossilati). 

Negli ultimi anni si è verificato in Italia un progressivo aumento del consumo di VitD, con conseguente incremento della spesa a carico del Servizio Sanitario Nazionale (SSN). 

La crescita nei consumi di VitD ha fatto ipotizzare una possibile inappropriatezza d’uso e conseguentemente, a fine ottobre 2019, l’AIFA ha pubblicato la Nota 96 che individua i criteri di rimborsabilità della supplementazione di VitD per la prevenzione e il trattamento degli stati carenziali nell’adulto.

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