Deficit di vitamina D nelle malattie ginecologiche

Stefano Lello, Anna Capozzi

Dipartimento Salute Donna e Bambino, Fondazione Policlinico Gemelli-IRCCS, Roma

DOI 10.30455/2611-2876-2023-3

Negli ultimi anni il ruolo della vitamina D (VitD) come elemento importante nella fisiopatologia di malattie ginecologiche è andato crescendo, con dati di laboratorio che si intersecano con dati clinici nell’indicare quale sia il ruolo, o i possibili ruoli, che questa vitamina può avere in campo ginecologico.

La produzione e il metabolismo della VitD origina dallo stimolo esercitato dai raggi ultravioletti a livello cutaneo, con trasformazione del 7-deidrocolestreolo in colecalciferolo, il quale, a sua volta, viene metabolizzato, a livello del fegato, da una 25-idrossilasi. La 25(OH)D, a livello renale, viene trasformata da una 1alfa-idrossilasi, in 1,25(OH)2D o calcitriolo, il metabolita attivo. Ancora a livello renale, a opera di una 24-idrossilasi, si forma la 1,24,25(OH)3D, che è un composto biologicamente non attivo.

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